La Società dei Verbanisti annuncia con dolore che il 9 maggio è scomparso a Bellinzona il prof. Romano Broggini, già suo vice presidente per molti anni, prezioso collaboratore con numerosi studi comparsi sulla rivista “Verbanus”, ideatore e relatore di diversi convegni biennali in varie località del lago.
Nato a Locarno l’11 marzo del 1925, fu allievo di Gianfranco Contini all’università di Friburgo dove si laureò nel 1949 e fu ricercatore e assistente di filologia romanza e di italiano. Dal 1952 ha insegnato prima a Biasca e poi a Bellinzona.
Dal 1959 al 1965 è stato direttore del giornale “Popolo e Libertà” e dal 1965 al 1969 redattore del Vocabolario dei dialetti della Svizzera Italiana.
Ha fondato il Liceo Cantonale classico e scientifico di Bellinzona (chiamato “Liceo Broggini” a riconoscimento del suo impegno) di cui è stato direttore dal 1974 al 1983 e insegnante di italiano e storia fino al 1990. Dal 1985 al 1995 ha ricoperto incarichi di insegnamento di storia della Svizzera all’università di Pavia e di dialettologia lombarda alla Statale di Milano. Nel 2005 la Facoltà di lettere e filosofia dell’università di Zurigo gli ha conferito il titolo di dottore honoris causa.
I suoi vasti interessi lo avevano portato a studiare le espressioni dell’arte dal medioevo ai nostri giorni, anche con la frequentazione di artisti ticinesi o in Ticino residenti, la storia del territorio, i movimenti politici di fine Ottocento, cattolici e anarchici (in particolare Bakunin). Un’altra sua impresa culturale è stata la creazione di una personale casa editrice.
In occasione del suo ottantesimo compleanno la Società dei Verbanisti gli ha dedicato il numero 26-2005 di “Verbanus” dal significativo titolo “La ricerca e la passione come metodo”.
Aperto alla cultura internazionale ma legato alla sua terra, si è impegnato, oltre che nel giornalismo, anche nella vita pubblica promuovendo e sostenendo con successo, tra l’altro, iniziative contro la privatizzazione dell’industria elettrica e delle acque ticinesi.
Colpito da alcuni anni da una malattia incurabile, non ha mai cessato con lucidità e determinazione le sue ricerche, dedicandosi anche a sostenere i giovani negli studi.
La sua personalità e il suo carattere focoso sono stati delineati con chiarezza dalle parole di chi lo ha ricordato, con riconoscenza, nella Collegiata di S. Antonio e al cimitero di Locarno durante i funerali che si sono svolti con numerosa partecipazione la mattina di lunedì 12 maggio.
In suo ricordo segnaliamo: