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Colonna, Teresa n. Caracciolo

Napoli, 5 novembre 1855
Roma, 28 luglio 1935

Figlia di Luigi, duca di San Teodoro e Sant`Arpino, e dell`inglese Augusta Selina Locke (detta Leila). L`8 maggio 1875 sposò a Roma il principe Marcantonio Colonna (Napoli 1844 - Roma 1912) con il quale ebbe due figlie: Isabella (1879-1957) e Vittoria (1880-1954).
La principessa soggiornò a Pallanza, dal 1911 al 1917-18, presso villa Maria, «una bellissima villa sulla litoranea, quasi di fronte all`Isola di San Giovanni», dove per qualche anno villeggiò la figlia Vittoria sposata con Leone Caetani. Possiamo quindi individuare villa Maria nell`attuale villa Ceretti. Una ulteriore conferma ci è data da un piccolo trafiletto di cronaca (dal titolo: Automobilisti più lenti sulle voltate!) apparso sul giornale La Vedetta del 5 novembre 1912, in cui si parla di un incidente avvenuto nelle vicinanze della curva dell`Eden, davanti alla villa della principessa Colonna. I riferimenti topografici coincidono.
Il soggiorno della principessa a Pallanza non passò inosservato, non solamente a causa delle sue posizioni contro la guerra di Libia (al riguardo vedasi in calce: Una pacifista ante litteram). Se nella memoria di un ragazzetto, compagno di giochi del nipote, la principessa era solo «una bella vecchietta con i capelli bianchi, piuttosto... nervosetta, che viaggiava e si spostava sempre su una bellissima automobile inglese lunga e grande a foggia di serpente con alla guida uno chaffeur pure inglese, con tanto di spolverino bianco, guanti e berretto pure candidi», i giornali locali del tempo ce la presentano come una persona attivamente coinvolta nella vita culturale e sociale di Pallanza.
Il 30 aprile 1911 la principessa intervenne all`inaugurazione della mostra del pittore Achille Tominetti tenutasi al Teatro Sociale; il 20 maggio di quello stesso anno fu lei stessa a patrocinare un concerto del giovane musicista Carlo Carrer, suo ospite. Nel 1912 organizzò nella sua villa un garden-party benefico per raccogliere fondi a favore dell`ospedale civico e lei stessa coprì gran parte delle spese per l`allestimento della sala operatoria, che sarà intitolata, per suo volere, alla poetessa Vittoria Colonna. Nel 1913 organizzò un tavolo di lavoro, con il sindaco e i rappresentanti delle società di mutuo soccorso cittadine per affrontare il problema della disoccupazione invernale. A sostegno di questa iniziativa nel 1914 organizzò nelle sale del Museo del Paesaggio un tè benefico (iniziativa documentata da una fotografia riprodotta nella Storia d`Italia - Annali, 2, vol. 1, ill. n. 317, Einaudi, Torino 1979).
Il nome di Teresa Colonna compare, spesso insieme a quello della figlia Vittoria, tra le benefattrici di numerose istituzioni locali: asilo d`infanzia, orfanotrofio, associazione combattenti, Croce Rossa... Fu anche socia benemerita della rivista culturale «Verbania».
Morì a Roma il 28 luglio 1935, l'anno seguente il suo corpo fu traslato al cimitero di Pallanza. Ancora oggi esiste nel camposanto di Pallanza, entrando sulla destra, il sarcofago disegnato e fatto costruire dalla principessa come sua ultima dimora terrena.; sullo spiovente anteriore del coperchio è ancora leggibile:

TERESA CARACCIOLO
DUCHESSA DI SAN TEODORO
PRINCIPESSA COLONNA

e sui lati della lastra frontale gli stemmi dei Colonna e dei Caracciolo.


Bibliografia

G. Margarini, Postilla, in «Verbanus» 16-1995, pp. 222-224

G. Margarini, L. Parachini, Una sepoltura confermata, in «Verbanus» 29-2008, pp. 446-447.

 

UNA PACIFISTA ANTE LITTERAM

Il pacifismo della principessa Colonna in contrasto con le aspirazioni italiane
Nei circoli giornalistici romani si parlava, alcuni giorni fa, d´una lettera inviata da una principessa romana al Times e dal Times pubblicata: lettera nella quale la dama in questione dichiarava di dolersi d´essere italiana in seguito alle pretese atrocità commesse dai soldati nostri a Tripoli. I giornali romani non diedero peso alla cosa, che viene oggi rilevata da Guglielmo Marconi, La dama in parola è la principessa Colonna che nasce dalla famiglia legittimista dei Caracciolo di San Teodoro e che è moglie a don Marcantonio Colonna, principe assistente al soglio pontificio. Questa principessa che è la madre di donna Vittoria Caetani principessa di Teano, dama della Regina, vive continuamente all´estero, dove frequenta una società non sempre molto benevola per il nostro paese, separata dal marito da oltre vent´anni: La principessa Colonna, in seguito ad una terribile caduta da cavallo, riportò la commozione celebrale, la quale acuì maggiormente quella nervosità e quella eccitabilità che già si osservava nel suo carattere e che furono per di più continuamente aumentate da sventure di famiglia. Tutti quelli che la conoscono e la frequentano lodano il lei le grandi qualità di filantropia e di dolcezza, che compensano altamente le ineguaglianze del suo carattere. Premesso ciò, ecco la lettera che la principessa ha inviato al Times, e che il giornale londinese pubblico l´8 novembre

All´editore del Times
Signore: io, italiana di nascita, sono piena di inesprimibile orrore per i massacri perpetrati dai miei connazionali nell´oasi presso Tripoli, contro gli indigeni innocenti che non hanno mai chiesto, né desiderato in questa guerra. Io ho fiducia che tutte le nazioni civili vorranno levare la voce contro questa ingiustificabile azione e vorranno arrestare i miei connazionali nella loro opera di follia e di sangue. Io ho la stessa opinione del signor Carnegie su questi orrori della guerra che, a mio parere, è un´onta per questo secolo.
Principessa Colonna. Villa Maria. Lago Maggiore.

Una secca risposta di Guglielmo Marconi
In seguito alla pubblicazione di questa lettera, Guglielmo Marconi telegrafa da Viareggio al direttore de La Tribuna. Il Times nel giorno 8 corrente riporta una lettera firmata dalla principessa Colonna ed inviata da Villa Maria sul Lago Maggiore. In questa lettera la signora si dichiara inorridita dai massacri di indigeni innocenti perpetrati dai suoi connazionali a Tripoli e fa voti che tutte le nazioni civili alzino la voce per arrestare gli italiani nella loro furia guerresca e nella loro sete di sangue. Ho richiamato la sua attenzione, perché sono certo che la lettera di questa signora, indegna di chiamarsi italiana, produrrà grande impressione in Inghilterra, ove il nome dei Colonna è conosciuto e stimato.

La Tribuna nota al riguardo che è forse l´esercizio continuo della carità (che spinse la principessa a curare i malati negli ospedali, a visitare e ad aiutare i prigionieri, a soccorrere in ogni modo le infermità di ogni genere, assorbendo tutta la sua esistenza, in modo da tenerla separata da anni dai membri della sua famiglia) quello che consigliò la principessa Colonna a scrivere quella lettera inconsiderata.

La Vedetta, 14 novembre 1911

La parola del principe Marcantonio Colonna
Ha destato viva impressione ed ha sollevato numerosi commenti la nota disgraziata lettera della principessa Colonna, pubblicata nei fogli quotidiani e riprodotta ne La Vedetta. Per quante benemerenze si sia acquistate presso di noi, con le opere di carità, la nobile signora ciò non toglie che la lettera antipatriottica della gentildonna romana abbia provocate le più energiche proteste nel cuore d´ogni italiano. Venne quindi letto con soddisfazione quanto in proposito scrisse il principe Marcantonio Colonna, marito di Donna Teresa Caracciolo - autrice della deploratissima lettera - al Giornale d´Italia. Egli dice fra l´altro: «Al Times che pubblicò quella lettera, è bene ricordare che Marcantonio Colonna a Lepanto, per alte idealità, combatté da prode contro i turchi. Nel 1600 Prospero e Fabrizio Colonna a Barletta fecero trionfare il buon nome italiano.
Uomini d´arme e d´azione i Colonna si distinsero sempre con coraggio, rettitudine e amore della Patria. Se la signora, autrice della lettera, è irresponsabile, vada biasimo e vergogna a chi si curò con zelo di far pubblicare il brutto scritto di una ammalata firmandolo con un cognome che equivale alla negazione assoluta dello scritto stesso».

La Vedetta, 18 novembre 1911


[Leonardo Parachini]