Intra, 25 dicembre 1901
|
Verbania, 30 marzo 1982
|
Cresciuto in una famiglia molto modesta - i genitori erano analfabeti - studiò in Seminario all’Isola di San Giulio, e dai Rosminiani, nei collegi di Stresa e Domodossola. Tra il 1922 e il 1923 fu propagandista della GIAC e attivista del sindacalismo bianco del Verbano, contemporaneamente iniziò a scrivere per La Scintilla, giornale sindacale-popolare fondato dall’Unione verbanese del clero. A titolo personale - insieme a Carlo Torelli e Giacomo Luigi Borgna - partecipò al congresso del Partito Popolare a Torino, avvicinandosi alle posizioni della sinistra popolare di Guido Miglioli. Nell’estate del 1923 lasciò Intra e si trasferì a Milano come studente lavoratore, ospite della Casa del cardinale Ferrari. «Studiava e insegnava, e, nel contempo, aveva modo di accostarsi ai fermenti culturali e religiosi del movimento giovanile sorto attorno a don Giovanni Rossi». Collaborò alla rivista Carroccio e al giornale Alba. Nel 1927 si laureò in Giurisprudenza e si sposò con Vittoria Franzoni dalla quale ebbe due figli: Piergiorgio e Franco. A seguito di una ispezione ministeriale fu costretto a lasciare l’insegnamento presso il Collegio San Carlo, ritornò quindi a Intra esercitando la professione di avvocato. Per oltre un decennio, volutamente, si isolò politicamente: tutto casa e professione. Non prese mai la tessera del PNF, giudicò negativamente il Concordato, le guerre in Africa, la guerra di Spagna, l’antisemitismo. In questo periodo fu anche estraneo al dibattito culturale e religioso vissuto all’interno dell’Azione Cattolica, a cui non perdonava di essere scesa a patti con il regime. Tra il 1942 e il 1943 riprese i contatti con vecchi amici antifascisti, tra questi Giulio Pastore e Luigi Borgna, con i quali riorganizzò il movimento democratico cristiano nel novarese. Nel giugno 1944, per sfuggire a un mandato di cattura, fu costretto a lasciare Intra e rifugiarsi di nuovo a Milano dove collaborò con il Centro nazionale della Democrazia Cristiana per l’alta Italia. Nel settembre dello stesso anno fu commissario alle finanze della Giunta provvisoria di governo della zona libera dell’Ossola. Il 18 ottobre passò il confine e fu internato nel campo di Bellinzona (poi Soave, Gudo, San Biagio, Lugano). Il 12 dicembre, in modo fortunoso, fuggì dalla Confederazione e riparò a Milano presso il centro DC, occupandosi della riorganizzazione del movimento sindacale. A partire dal marzo del 1945 iniziò la pubblicazione, prima a Omegna, poi a Intra, del giornale sindacale di ispirazione cattolica L’amico del popolo. Il 27 aprile 1945 rientrò a Intra; fu eletto consigliere comunale a Verbania, segretario provinciale della Democrazia Cristiana dal 1945 al 1946. Dal 1948 al 1958 deputato al Parlamento, dal 1960 al 1970 presidente della provincia di Novara. Dal 1970 si dedicò alla direzione dell’Ente Scuola ed Occupazione Minori «Maria Pia e Franco Menotti», da lui fondato in memoria del figlio e della nuora morti tragicamente nel 1965. |
Bibliografia: |
[Leonardo Parachini] |