Suna, 17 aprile 1822 |
Suna, 26 agosto 1887 |
Ingegnere. Figlio di Giovanni Battista, possidente e commerciante di vino. Dopo aver frequentato il Ginnasio a Pallanza si iscrisse all’Università di Genova ove conseguì la laurea in Ingegneria idraulica (1844) e Architettura civile (1845). Terminati gli studi fu accettato come aspirante allievo, senza retribuzione, nell’Ufficio del Genio Civile della provincia di Pallanza. Dopo appena cinque anni, promosso allievo ingegnere effettivo, ne assunse la reggenza (1851). Incarico che mantenne fino al 1869, anno in cui fu trasferito all’Ufficio di Bergamo e poi a Como (1872) ove rimase fino al collocamento a riposo avvenuto nel febbraio 1887 con il titolo di Ispettore onorario del Genio Civile. Numerosi furono gli incarichi che ricoprì durante la sua lunga carriera professionale all’interno dell’amministrazione statale: sotto-commissario per la ferrovia Camerlata-Chiasso, capo sezione dei telegrafi per la provincia di Novara, direttore dell’Osservatorio meteorico di Pallanza, commissario governativo per la questione dei confini territoriali con la Svizzera. Commissario per la conservazione dei monumenti della provincia di Como. Come responsabile dell’ufficio del Genio civile della provincia di Pallanza, diresse i lavori per l’arginatura del fiume Toce, dei torrenti Anza, San Bernardino e Strona. Progettò la costruzione di due ponti sulla Toce (Gravellona e Migiandone), sui torrenti Valmara, San Giovanni, Cannobino, e le strade: Intra-Canton Ticino, Fondotoce-Cuzzago, Zoverallo-Vignone, Stresa-Massino. Insieme all’ingegner Pietro Spurgazzi si occupò dell’ampliamento del penitenziario di Pallanza (attuale Scuola per Allievi di Polizia Penitenziaria). Fu sindaco di Suna dal 1849 al 1851; più volte consigliere comunale a Suna (1846-1848 e 1851-1863) e a Pallanza (1863-1865). Presidente della Congregazione di Carità dal 1853 al 1858. Cavaliere dei ss. Maurizio e Lazzaro (1861) e pochi mesi prima della morte commendatore della Corona d’Italia. Non avendo eredi diretti, l’unica figlia Marianna morì nel 1880 e la moglie Teresa contessa Bona nel 1883, legò tutti i suoi beni al Comune di Suna con l’obbligo di creare un’Opera pia che provvedesse al pagamento delle rette ospedaliere per i malati poveri e alla promozione dell’istruzione tra i sunesi. A tal fine fu infatti costruito l’asilo d’infanzia e creata una biblioteca pubblica con gli oltre 10.000 volumi (oggi conservati presso l’Archivio di Stato), posseduti dal Rossi, esperto bibliofilo. Una lapide in Via Plana 4, così lo ricorda |
Bibliografia |
[Leonardo Parachini] |