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Azari, Fedele

Pallanza, 8 febbraio 1895
Milano, 25 gennaio 1930

Figlio di Quintino, ispettore delle Regie Poste, e Maria Milani. Trasferitosi a Torino per motivi di studio, nel capoluogo piemontese iniziò a frequentare esponenti del movimento futurista, aderendo al programma artistico filosofico politico propugnato dal Marinetti.

Con l’entrata dell’Italia in guerra, il 10 luglio 1915 si arruolò nel battaglione aviatori e dopo aver frequentato la scuola di addestramento di Busto Arsizio, nel giugno dell’anno seguente ottenne il brevetto di pilota su apparecchio “Farman 14”. Compì numerose ricognizioni aeree in territorio nemico (Trentino), ma a causa di una malattia fu costretto progressivamente ad abbandonare il servizio militare attivo.

Conseguita la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Torino, nei primi mesi del 1919 scrisse Il Teatro Aereo Futurista, manifesto da lui stesso presentato a conclusione della “Grande Esposizione Nazionale Futurista” di Milano e lanciato sotto forma di volantini sui cieli della città.

Se D’Annunzio inaugurò il volantinaggio dal cielo a scopo di propaganda politica, l’Azari inaugurò quello pubblicitario: l’8 maggio 1920 a bordo di un dirigibile sorvolò Milano, Torino e Genova lanciando migliaia di manifestini con la pubblicità della Fiera Campionaria Internazionale.

Per poter meglio sfruttare a fini commerciali il mezzo aereo, nell’aprile del 1921 costituì insieme a Mario Gastaldi la S.I.A.C. (Società Italiana di Aviazione Civile), la prima società italiana con il permesso di trasportare passeggeri civili a scopo turistico ed eseguire voli di propaganda, aerofotografia e aerocinematografia.

In occasione della “Esposizione Futurista Internazionale”, tenutasi a Torino nel 1922, l’Azari ebbe occasione di incontrare e stringere amicizia con numerosi artisti, tra cui Fortunato Depero, con il quale inizierà una lunga collaborazione artistica (Depero regalerà all’amico un quadro: Ritratto Psicologico dell’Aviatore Azari).

Chiusa la S.I.A.C., nel 1923 si trasferì a Milano dove aprì una casa d’arte specializzata nella compravendita di opere di artisti futuristi. Ma i maggiori guadagni, quelli che gli permisero di condurre una vita agiata e molto dispendiosa, li ottenne esportando all’estero (in particolare in Sud America) aerei di fabbricazione italiana che, dopo essere stati smontati a pezzi, venivano portati a destinazione  a bordo di una nave e poi rimontati in loco.

Nel 1924 l’Azari fu nominato dal Marinetti primo segretario nazionale del movimento futurista, affiancando Mino Somenzi nell’organizzazione del primo congresso futurista tenutosi in novembre a Milano. In quell’occasione presentò ai trecento delegati giunti da ogni parte d’Italia il provocatorio manifesto: La flora futurista ed equivalenti plastici di odori artificiali.

L’anno seguente curò l’allestimento della sala italiana all’Exposition Internationale des Arts Decoratives et Industriels Modernes di Parigi, e nel 1926 espose lui stesso alla Biennale di Venezia il quadro Prospettive di Volo, considerato la prima opera di aeropittura.

Il 1927 fu un anno ricco di iniziative artistiche tanto impegnative e realizzate ad un ritmo così serrato da minare irrimediabilmente l’equilibrio mentale dell’Azari. Su incarico di Depero organizzò l’area espositiva dei futuristi alla “Terza Mostra Internazionale di Arti Decorative di Monza”; espose alla “Mostra di Trentaquattro Pittori Futuristi” tenutasi alla Galleria Pesaro di Milano, collaborando anche alla stesura del catalogo. Allo scopo di facilitare la promozione all’estero delle più svariate opere dei futuristi, ingrandì la sua casa d’arte milanese fondando la Dinamo-Azari da lui stesso definita: officina d’arte – casa editrice – mostra quadri – sculture e plastica varia – fabbrica e magazzeno di original modernità – affiches – arte applicata – arredamento – compravendita di idee – rassegna del Futurismo e delle avanguardie artistiche e scientifiche; di fatto però riuscì “soltanto” a pubblicare due libri: Depero futurista (realizzato insieme allo stesso Depero) e Umberto Boccioni opera completa, scritto dal Marinetti. In quello stesso 1927 firmò anche due manifesti: Per una società di protezione delle macchine (in cui lanciò l’idea di un museo industriale) e Vita simultanea futurista.

Sul finire dell’anno, stremato da questa iperattività creativa ed organizzativa, fu colpito da un forte esaurimento nervoso, aggravato forse dall’uso di stupefacenti. Fu costretto ad abbandonare tutto e trasferirsi a Pallanza dai genitori. Nei mesi seguenti cercò a più riprese di riprendere le collaborazioni interrotte, (scrisse insieme a Marinetti il Primo dizionario aereo italiano), ma senza risultati duraturi. Nella notte fra il 13 e 14 gennaio 1930, armato di pistola, in preda ad una fortissima crisi, nervosa inscenò una sparatoria all’interno del cortile della sua casa milanese (in via Sant’Orsola, 6). Ricoverato nella Clinica Villa Fiorita, misteriosamente morì il 25 gennaio 1930.



Bibliografia

Le note biografiche qui sopra riportate sono desunte da L. Collarile, Fedele Azari: vita simultanea futurista, Museo Aeronautico G. Caproni, Trento 1992. 

[Leonardo Parachini]