Talonno, 19 giugno 1860 |
Novara, 19 settembre 1934 |
Giovanni Barazzone nacque a Talonno, frazione del Comune di Invorio Inferiore, il 19 giugno 1860, da Serafino Barazzone e Teresa Fiorina, poveri e umili contadini, ma ricchi di fede e di virtù. Sino dall’infanzia dimostrò una spontanea, naturale inclinazione allo studio ed alla pietà; era desideroso solo di studiare, di imparare, di frequentare la piccola chiesa del paese nativo, di servire alle sacre funzioni, e gioiva tutto quando poteva recarsi a Borgomanero e là assistere alle imponenti funzioni capitolari. Per queste sue buone doti e per ispeciale protezione dello zelante prevosto di Invorio Inferiore don Costantino Ubezzi (ora venerando canonico arciprete della Cattedrale di Novara) e di altre generose persone, venne avviato agli studi ed affidato alle paterne ed intelligenti cure del pievano don Buffetti di Vespolate, e là, insieme ad un gruppo di altri giovani che quasi tutti riuscirono sacerdoti, sotto la guida di bravo insegnante ed educatore (il reverendo don Giovanni Maestri, morto l’anno scorso in età di 90 anni parroco di Nibbiola), compì felicemente il Ginnasio. Nell’anno scolastico 1877-78, con l’appoggio del prevosto Ubezzi e di altri benefattori, poté entrare nei Seminari Diocesani, per il Liceo a Gozzano, ove fino dal primo anno con lo studio e la condotta esemplare si meritò di avere la pensione pagata, e poi a Novara per la Sacra Teologia. Nel 1880 prestò servizio militare con un anno di volontariato. Ritornato in Seminario, fu nominato prefetto degli studenti di Teologia e coprì, con tatto e prudenza grande, tale carica sino all’ordinazione sacerdotale.
Sacerdote Destinato a reggere l’importante arcipretura di Vogogna, in pochi mesi di permanenza, col suo zelo e le sue doti preclari, seppe acquistarsi la stima e la venerazione di tutta quella popolazione. Nel 1885 fu nominato coadiutore di Santo Stefano in Pallanza, succedendo all’indimenticabile don Natale Apostolo promosso prevosto a Carpignano Sesia. Morto quasi subito il vecchio parroco don Maralla, resse da solo la parrocchia di Santo Stefano sino all’ingresso dell’attuale parroco sacerdote don Emilio Sacco. E mentre l’ottimo don Giovanni Barazzone stava per raggiungere il sogno da lungo tempo vagheggiato di farsi missionario, e già aveva iniziato il noviziato presso i padri Francescani nel Convento del Mesma (Lago d’Orta), colpito da grave malattia, dovette fare sacrificio del desiderio vivissimo dell’anima sua generosa, e ritornare convalescente in famiglia.
A San Leonardo coadiutore I ristauri ed abbellimenti artistici alla chiesa di San Leonardo, felicemente condotti a termine nell’anno 1891, rimangono monumento perenne dell’opera sua benemerita ed ammirabile di attività e di zelo nel procurare il decoro alla Casa del Signore, acquistandosi la stima e la benevolenza di tutta la cittadinanza che rispose generosamente alle sue iniziative.
Canonico prevosto E come è qui possibile riassumere in poche righe l’opera di attività e di zelo mirabilmente dispiegata da canonico prevosto don Barazzone, in 25 anni di ministero parrocchiale, dal 1894 ad oggi? Il servizio preciso, l’orario inappuntabile, la gravità, il decoro, l’imponenza delle funzioni, le pratiche di pietà e di devozione tutte promosse e favorite, le innumerevoli opere di carità per la gloria di Dio e la salute delle anime, hanno formato il programma continuo di tutta la sua vita parrocchiale, di pastore buono, zelantissimo. Nel 1899 eresse la Via Crucis. Nel 1900 acquistò ed atterrò la casa Minioni e liberò così il piazzale della chiesa da ogni servitù, rendendolo imponente, spazioso. Nello stesso anno acquistò pure la casa di abitazione per il canonico coadiutore di Sant’Angelo. Nel 1901, con feste straordinarie, fece incoronare la venerata statua della Beata Vergine Addolorata, con un’artistica e preziosa corona d’oro massiccio tempestato di brillanti e pietre preziose, dono della popolazione. Nel 1904 provvise il ricco, maestoso paramentale, di broccato d’oro, degno di una grande cattedrale. Nel 1908 ottenne il privilegio della Cappa Magna per sé e successori. Nel 1909, con feste indimenticabili, con intervento di sua eminenza il cardinale Giulio Boschi, arcivescovo di Ferrara, e del vescovo monsignor Giuseppe Gamba, con funzioni memorande, inaugurò la nuova statua della beata Caterina Moriggia. Nello stesso anno istituì pure l’ottavario dei Morti col concorso di pia persona. Nel 1913, a ricordo perenne delle feste centenarie Costantiniane inaugurò l’artistica statua del Sacro Cuore di Gesù. E come non ricordare qui in modo particolare l’istituzione delle SS. Quarantore, tanto nella parrocchia di Santo Stefano nel 1886 quando era là reggente, quanto alla collegiata di San Leonardo nel 1892, dovuta all’opera sua, al suo zelo illuminato? Chi ha visitato la chiesa di San Leonardo nei giorni delle Quarantore dinnanzi alla maestosità del tempio, all’ostensorio d’oro risplendente sull’altare maggiore in un mare di luce di più di cento candele sempre accese, in mezzo al profumo degli incensi e dei fiori, si è trovato in una vera anticamera di Paradiso, ed ha dovuto ammirare tutta la pietà, tutto lo zelo dell’ottimo prevosto. Nel 1895, primo forse fra tutti i parroci della Diocesi, aveva pure inaugurata l’ora di adorazione mensile. Nulla poi diciamo della sua casa sempre aperta e sempre così ospitale e per Eminentissimi Principi della Chiesa, per Arcivescovi, Vescovi che furono qui ripetutamente, non solo, ma sino all’ultimo fraticello, all’ultimo sacerdote, mai visto e conosciuto, che sia stato di passaggio da questa incantevole città regina del Verbano. Ai Pallanzesi tutti poi è nota l’opera sua di assistenza civile e di elevato patriottismo in questi ultimi anni di guerra. Altro e molto noi vorremmo aggiungere, ma lo spazio tiranno non lo permette. Del resto le doti preclari di mente e di cuore dell’ottimo prevosto sono in qualche modo almeno ricordate e lumeggiate da alcune, fra le principali e numerosissime adesioni, che in questi giorni ci sono pervenute. |
Bibliografia Articolo tratto dalla stampa commemorativa per il giubileo parrocchiale di don Giovanni Barazzone. Pubblicazione conservata presso l’Archivio Parrocchiale San Leonardo, Prevosti I, fasc. 6; trascritto per gentile concessione della Parrocchia di San Leonardo in Pallanza. |
[Leonardo Parachini] |