Sant'Agata, 12 novembre 1848 |
Pallanza, 1 febbraio 1927 |
Figlio di Pietro, di professione architetto, e Giovanna Carini. Dopo aver conseguito il diploma di perito agrimensore e agronomo, fece pratica nello studio del padre. Svolse la sua intensa attività di progettista prevalentemente a Pallanza, dove fu protagonista assoluto del rinnovamento edilizio cittadino tra Ottocento e Novecento. Tra le sue opere ricordiamo: l`ospedale Castelli (1879-80), la caserma dei Carabinieri (1884-86), il campanile della chiesa di Fondotoce (1886-88), la sede della Corte d’Assise, che fu da lui ampliata e restaurata (1881, 1888-91, 1923), il cimitero monumentale (1891-97), il collegio Santa Maria (1899-1902), l`edificio scolastico di Fondotoce (1909-13), la chiesa di San Fermo (1906-08), le scuole elementari (1911-14), il palazzo degli uffici e sala cinematografica (1925-30). Realizzò inoltre ville e alberghi, tra questi: l`albergo Garoni (1880-81), il caffè Bolongaro (1887-88), i saloni laterali del Grande albergo Pallanza (1889), l`albergo Metropole Poste (1896, 1902, 1892), l`albergo San Gottardo (1892-94), l`albergo Bellevue (1899-1900). Si occupò anche di restauro, suoi sono i progetti di intervento conservativo nella chiesa di Madonna di Campagna (1891) e in quella di San Remigio (1917). Progettò interventi su scala urbana: piano di ampliamento (1906-07), via trasversale dal vicolo del Torchio alla Ruga (1912-13), progetto di sventramento nel rione Villa (1921). Fu regio Ispettore onorario dei monumenti e scavi, presidente del Comizio Agrario, assessore ai Lavori Pubblici, consigliere comunale, membro della Commissione d`Ornato, vicepresidente del Museo del Paesaggio, presidente dell’Asilo d’infanzia, consigliere della Pro Verbano, membro della Congregazione di Carità e delegato scolastico. Nel Comune di Sant’Agata ricoprì la carica di consigliere e per breve tempo di assessore. A Cannobio progettò la fontana di piazza a lago (inizio sec. XX) e la facciata del Santuario della Pietà (1904). Nel 1897 fu decorato alla croce di cavaliere della Corona d’Italia. |
Bibliografia: S. Gasparotti, L’architetto Febo Bottini (1848-1927). Una professione tramandata, in «Verbanus» 2-/2002, pp. 175-212. |
[Leonardo Parachini] |