Pallanza, 24 luglio 1824 |
Pallanza, 22 giugno 1893 |
Avvocato, sindaco, deputato. Figlio di Serafino e Antonia Varini. Sposò in prime nozze Clelia Garassini (Genova, 1825 - Pallanza, 23/1/1849), rimasto vedevo si risposò, il 28 aprile 1851, con la nobildonna Teresa Viani Visconti. Ebbe quattro figli: Serafino, dalla prima moglie; Serafina Maria, Serafino Marco Augusto, Pietro Vittorio, dalla seconda. «Nato a Pallanza il 24 luglio 1824, dal notaio Serafino Franzi, si laureò in legge all’Università di Torino il 15 maggio 1844, non ancora ventenne. Fu ammesso al patrocinio legale il 29 maggio 1846, dopo aver fatta la sua pratica forense presso l’avvocato Barberis d’Intra. Fu vice pretore di Pallanza dal 1846 al 1851, e di Intra dal luglio 1846 al febbraio 1849. In quel tempo fu nominato membro della regia commissione di revisione sulla stampa, creata da re Carlo Alberto all’epoca della Riforma; provveditore agli studi per la provincia di Pallanza, carica che tenne dal 1849 al 1859; membro della commissione di revisione delle opere pie della provincia di Pallanza, ufficio in cui durò dal 1846 al 1858. E colla fiducia del Governo camminava pari passo la fiducia dei suoi concittadini, che lo vollero presidente della Congregazione di carità di Pallanza dal 1848 al 1862, e sindaco della città dal 1854 al 1862; membro del Consiglio provinciale di Pallanza dal 1850 fino alla soppressione della provincia stessa che fu mutata, per la nuova circoscrizione amministrativa, in circondario. Di questo consiglio provinciale fu presidente nel 1853. Allargatisi gli ordinamenti in seguito alla fortunata costituzione del Regno d’Italia, egli venne ben presto nominato ai più alti uffici elettivi: nel 1867 fu eletto a consigliere provinciale di Novara, e quel mandato gli fu costantemente confermato dagli elettori fino a questi ultimi anni. Fece quasi sempre parte della deputazione provinciale, riferendo con autorità e competenza somme sopra importantissime pratiche interessanti l’amministrazione provinciale, e i nostri comuni e le nostre opere pie, e conquistandosi giustamente estimazione grandissima fra i suoi colleghi e in tutta la provincia novarese. Fu eletto deputato al parlamento pel collegio di Pallanza nelle legislature XI, XII a suffragio ristretto; e in quelle XV, XVI, XVII a suffragio allargato, pel collegio di Novara. E alla Camera apprezzarono subito la sua dottrina, la sua speciale competenza e pratica d’affari; sicché fu membro e vicepresidente della giunta delle elezioni; commissario e presidente delle diverse inchieste parlamentari; più volte presidente delli uffici; e commissario e relatore di molti progetti di legge. Da pochi mesi, e così dal 10 ottobre 1892, era stato nominato senatore del Regno, ed ebbe appena tempo di prestare giuramento, nella seduta reale: ché cadde ammalato. Era inoltre avvocato erariale dal 1859; e presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati dalla sua istituzione. Tale lo stato di servizio del commendatore avvocato Giuseppe Franzi, del quale ben si può dirsi che non oziò un minuto; che pur assorbito dalle cure di una vasta, poderosa clientela, al patrocinio dei cui interessi mise sempre una diligente ed una intelligenza ammiratissime, non rifuggì dagli oneri delle cariche pubbliche, com’è dovere di ogni buon cittadino, e quelli disimpegnò con sommo onore: esempio da proporsi ed imitarsi! Come giureconsulto, la sua fama passò i confini della sua regione natale, e fu ammirato in molte città d’Italia per le sue difese in importanti cause ferroviarie, civili e penali. Eloquentissimo, con timbro di voce affascinante e con la parola chiara e vibrata, schivante i lenocinii volgari della declamazione e della rettorica, resterà, per chi ebbe la fortuna di udirlo, fra i migliori oratori che mai sianvi stati». |
La Vedetta, 24 giugno 1893 |
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