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Pallanzotto (il)

Pallanza, XV sec.
Pallanza, XV sec.

Secondo quel che narra fra Paolo Morigia,(1) affidandosi più alla tradizione popolare che a obiettivi riscontri documentali, nel XV secolo viveva a Pallanza un certo Bartolotto de Giorgi, ricco mercante di stoffe, cui piaceva vantarsi pubblicamente delle proprie fortune: egli infatti millantava di poter coprire di panno cremisile un gran pezzo del lago. Il duca Francesco Sforza, venuto a conoscenza di questa vanteria, avrebbe obbligato l’incauto Pallanzese a edificare a proprie spese una torre del castello di Milano. Questa torre, che oggi non è più esistente, stava sul lato verso porta Vercellina (dalla parte dell’odierno corso Magenta) ed era da tutti conosciuta come la Pallanzotta. Il mercante Bartolotto in ricordo dell’oneroso esborso fece dipingere sul muro di casa una fontana zampillante con il motto Ancor non me dispero, a significare che era ancora abbastanza ricco per non disperarsi. A seguito di questo episodio Bartolotto de Giorgi si guadagnò l’imperituro appellativo di Pallanzotto.
Riguardo ai motivi della costruzione della torre del castello di Milano è di ben altro avviso lo storico intrese Carlo Müller, il quale nel 1908 pubblicò sulla rivista «Archivio Storico Lombardo» un articolo dal titolo Il Pallanzotto? (2) in cui espose una diversa versione dei fatti. Questa volta suffragata da qualche carta d’archivio.
Il Müller nel suo saggio ci presenta e analizza due documenti: il primo è una lettera d’ufficio sottoscritta da Cichus Simonetta, ministro di Galeazzo Maria Sforza (successore del duca Francesco), in cui risulta che nel settembre del 1468 un certo Bertolotto de Palanza era detenuto per insolvenza nel carcere di Monza. In un italiano approssimativo leggiamo infatti: «in la casa de Bertolotto de Palanza, qui detenuto, sono stati atrovati duecento duy ducati d'oro li quali sono in mano de uno Zohane Maria da Monza, habitatore de Palanza […] pertanto volimo che tu te faci dare et consegnare tuti quelli denari». Il secondo è uno strumento notarile del 1476, conservato nell’Archivio Parrocchiale della Collegiata di San Leonardo, con cui un certo Bertholotus de Giorgiis dava licenza al figlio Giacomo di alienare una proprietà per pagare la somma di 1.500 ducati d’oro alla Camera ducale di Milano di cui era debitore. Sulla base di questi dati il Müller ipotizzò che il mercante Bertolotto de Giorgi detto il Pallanzotto «per una ragione o per l’altra attinente al suo traffico, fosse stato condannato a grave multa di danaro: multa che, destinata alla costruzione di quella parte di castello, poté […] far nascere nella mente e nella tradizione del popolo, non uso a guardare troppo pel sottile, l’opinione che la torre venisse eretta a spese e per incarico del multato».
In tempi più recenti Pierangelo Frigerio e Pier Giacomo Pisoni, profondi conoscitori della storia del nostro lago, pur considerando plausibile l’ipotesi avanzata dallo storico intrese, sottolinearono che «al Müller fu tuttavia necessaria qualche acrobazia per far quadrare le date»,(3) essendo passati otto anni tra il primo e il secondo documento studiato.
Non vi è quindi certezza che il nostro concittadino Bartolotto o Bertolotto de Giorgi detto il Pallanzotto abbia pagato o meno la costruzione di una torre del castello di Milano, possiamo però affermare senza temere smentita che è esistito veramente: era un mercante, ricco, tanto ricco da poter saldare non solo la salatissima multa inflittagli dalla Camera ducale nel 1476, ma anche concedere nel 1467, cioè solo nove anni prima, un ingente prestito alla Comunità di Pallanza impegnata in quell’anno a difendere la propria libertà dalle pretese di infeudazione della famiglia Borromeo. Di questo prestito c’è ne dà testimonianza un altro documento conservato nell’Archivio Parrocchiale della Collegiata di San Leonardo. In questa pergamena leggiamo che il 10 gennaio 1467, a Milano, davanti al notaio Damiano de Marliano i sindici et procuratores della Comunità di Pallanza ricevettero in prestito da Bartolotto de Giorgiis del fu Romerio (ambedue di Pallanza) 1.200 lire imperiali. Il prestito aveva durata triennale e decorreva dal 1° gennaio 1467. In garanzia i rappresentanti del Comune cedettero temporaneamente al mercante un deposito per balle di mercanzia (sosta ballarum), unitamente ai relativi dazi, obbligandosi, decorsi i termini, a restituire integralmente e in una unica soluzione la somma pattuita. All’intera soddisfazione del debito Bartolotto o i suoi successori avrebbero riconsegnato alla Comunità la sosta.
Penso che questo basti per attestare la storicità e la ricchezza del mercante soprannominato il Pallanzotto, ma se qualcuno avesse ancora qualche dubbio, non mi resta che continuare a fornire prove. Fra le trentuno pergamene conservate nell’Archivio Parrocchiale della Collegiata di San Leonardo sono ben quattro quelle che riguardano la famiglia de Giorgi, numerate 15, 18, 24, 26. Le prime due le abbiamo già analizzate, delle altre due l’ultima mi pare la più interessante. In questo documento leggiamo che Giacomo, figlio di Bertolotto, abitava nella contrada superiore, cioè nell’attuale Via Tacchini, ed era sposato con Anastasia da Longhignana dalla quale ebbe almeno un figlio, Giacomopietro. Forse è un caso ma un Longhignana, certo Ambrogino, era indicato nella già citata lettera di Cichus Simonetta come intermediario per il pagamento della multa. Ma torniamo ad Anastasia, rimasta vedova, l’11 agosto 1498 istituì un beneficio a favore della cappellania di San Giacomo nella chiesa di San Leonardo. La cappellania era stata fondata anni prima dal suocero, il nostro Bertolotto.
Un ultimo dato. Allegato agli Statuti di Intra Pallanza e Vallintrasca (4) vi è un “Estimo delle terre verbanesi” in cui troviamo scritto che nell’anno 1520, quando si diede inizio ai lavori per il campanile di San Leonardo, fu costruita la sacrestia in esecuzione dei legati lasciati dal signor Bartolotto di Pallanza, sempre lui, il ricco Pallanzotto!

(1) Paolo Morigia, Historia della nobiltà, et degne qualità del Lago Maggiore, Milano 1603, pp. 152 e seg.
(2) Carlo
Müller, Il Pallanzotto?, in «Archivio Storico Lombardo» XXXV/1908, fasc. XX.
(3) Pierangelo
Frigerio, Pier Giacomo Pisoni, Il Verbano del Morigia, Alberti Libraio Editore, Verbania 1977, pp. 164-165.
(4) Verbania: premesse medioevali
, Alberti Libraio Editore, Verbania 1987.



[Leonardo Parachini]