Breselenz (Hannover), 17 settembre 1826 |
Selasca, 20 luglio 1866 |
Figlio di un pastore luterano e di Charlotte Ebell; già all’età di sei anni Bernhard manifestò la sua eccezionale predisposizione per la matematica, nonostante questo, per volere del padre si iscrisse alla facoltà di Filosofia e Teologia dell`Università di Göttingen, per passare l`anno seguente a Matematica. Continuò gli studì a Berlino, poi fece ritorno a Göttingen dove nel 1851 si laureò con la dissertazione ”Grundlagen für eine allgemeine Theorie der Functionen einer veränderlichen Grösse” (Fondamenti per una teoria generale delle funzioni a variabile complessa), relatore Carl Friedrich Gauss. In quello stesso Ateneo fu prima Privatdozent, quindi assistente ed infine successore del professor Peter Gustav Dirichlet alla cattedra di Matematica (30 luglio 1859). Rivoluzionò la geometria differenziale, sviluppando un sistema di geometria che contribuì allo sviluppo della moderna fisica teorica. (1854 ”Ueber die Hypothesen welche der Geometrie zu Grunde liegen”; 1857 ”Theorie der Abel`schen Functionen”; 1859 ”Ueber die Anzahl der Primzahlen unter einer gegebenen Grösse”). A causa della sua cagionevole salute dovette lasciare l’insegnamento e trasferirsi a più riprese in Italia: prima in Sicilia, poi peregrinò lungo tutta la penisola: Napoli, Roma, Pisa (dove nel 1863 nacque la figlia Ida), Livorno, Genova ed infine giunse sul lago Maggiore. Insieme alla moglie Elisa Koch, soggiornò ad Arizzano, ospite di amici tedeschi, e a Selasca presso villa Pisoni dove morì. Così Julius Wilhelm Richard Dedekind - matematico suo amico e primo biografo - racconta i suoi ultimi giorni di vita: «Le sue forze si affievolivano rapidamente: sentiva che la sua fine era prossima. Il giorno prima di morire lavorò sotto una pianta di fico, felice, dinnanzi al meraviglioso paesaggio che lo circondava [...] La sua vita declinava gradualmente senza lotta e senza agonia mortale; sembrava che egli seguisse con interesse la separazione dell`anima dal corpo. Mentre sua moglie gli porgeva pane e vino, le disse: ”Bacia la nostra bimba”. Essa tenendogli le mani tra le sue ripetè per lui il Padre Nostro quando non fu più in grado di parlare. Alle parole ”perdona i nostri debiti” volse lo sguardo in alto con devozione; essa sentì le mani di lui diventare fredde e dopo qualche sospiro il suo nobile ed ardente cuore cessò di battere». Pur essendo di religione protestante fu sepolto nel piccolo cimitero di Selasca; oggi la sua tomba non è più rintracciabile: resta solo la lapide, voluta dai suoi amici italiani, murata a lato del cancello d`entrata. |
Bibliografia |
[Leonardo Parachini] |